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Giugno… è proprio ora di godersi il balcone!

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A giugno un tripudio di fioriture fa mostra di sé e c’è da perdersi nella scelta! Particolarità di questo mese, le fioriture nei toni freddi del blu, del rosa e del viola: inserirle in giardino dà subito un tocco di romanticismo.

Come ad esempio la lavanda.

Negli orti e giardini assolati della Penisola basta a volte seguirne il profumo: a giugno le nuvole blu della lavanda in fiore si fanno notare. Usata da secoli come rimedio per le sue proprietà medicinali e come profumante per il corpo e per la casa, la lavanda si presta altrettanto bene come pianta ornamentale.La specie più diffusa allo stato selvatico è la Lavandula officinalis, dalle tipiche foglie grigio chiaro e dai fiori azzurro pallido, portati su lunghe spighe

Le diverse varietà di lavanda sono accomunate dalla facilità di coltivazione, tutto quello che occorre è un terreno asciutto e argilloso, in pieno sole. Una volta piantate, le piccole piante vanno potate durante il primo anno per preservare le energie che altrimenti sarebbero impiegate nella fioritura, e favorire così l’accestimento del cespuglio. Negli anni seguenti si effettua una potatura a inizio primavera.

Le spighe fiorite si raccolgono in mazzi e si lasciano seccare a testa in giù in luogo arieggiato e asciutto. Una volta secche, sbriciolate e messe dentro sacchettini di cotone, profumeranno e terranno lontane le tarme all’interno del guardaroba. Sparse nell’acqua del bagno, sono un vero e proprio rimedio aromaterapico defaticante e rilassante.

Arrivato giugno, il grandioso spettacolo delle rose non smette, anzi: le rose a fioritura unica di maggio passano il testimone alle varietà di rose rifiorenti, in fiore da giugno fino ai primi geli, declinate in tutte le tonalità di giallo, camoscio, arancione, rosa, rosso, fino al viola malva, oltre al bianco.

Fiore non molto diffuso nei giardini, dalla forma insolita a cappuccio di giullare, o vagamente alieno, l’aquilegia (Aquilegia vulgaris) meriterebbe di essere reintrodotta nei giardini, vista la sua facilità di coltivazione e la grande varietà di colori, regalo della sua tendenza a ibridarsi spontaneamente. Il suo ambiente ideale è una macchia semi ombreggiata dalle fronde, dal terreno leggero e drenante, che ricordi un po’ i luoghi boscosi di collina e di montagna di cui è originaria.

Abbinando diverse varietà a fioritura scalare (A. chrysantha, pyrenaica, alpina) si può ottenere una macchia di colore dalla tarda primavera fino a fine luglio. Anche in mancanza delle corolle l’effetto decorativo è assicurato, grazie al fogliame elegante e leggero.

Questa piccola meraviglia da giardino una volta introdotta si può riseminare facilmente, raccogliendo i semi dalle capsule verdi che si formano finita la fioritura; basterà farle seccare, prelevare il seme e riseminarlo in autunno in periodo piovoso. Il seme necessita di vernalizzazione, cioè di un periodo di gelo per attivare la germogliazione, che avverrà la primavera successiva.

È incredibile come nel giro di poche settimane, da un cespuglio di rami nudi si sviluppi una vegetazione esuberante come quella delle ortensie.

Lasciate che le corolle di H. macrophylla si tingano a seconda della composizione del vostro terreno: i fiori prenderanno delle belle tonalità sfumate, dal rosa pallido con ombre verdi in terreno a tendenza alcalina, all’azzurro tendente al malva in terreni acidi.

Tutte le ortensie amano le zone semi ombreggiate; possono sopportare il pieno sole solo in condizioni di clima umido costante, come ad esempio nella zona dei laghi o in Riviera. In tutti gli altri casi, bisogna assicurarsi che possano attingere a generose somministrazioni di acqua.

 

Celebrato e rappresentato nella sua bellezza fin dai tempi antichi, associato a miti e a storie di santi, Lilium è uno di quei fiori che si amano alla follia o si detestano. D’altronde, con i suoi fusti alti fino a 1,5 m che portano mazzi di fiori a tromba di 15 cm di larghezza, non è tipo da passare inosservato. Il più conosciuto è senz’altro Lilium candidum, o Giglio di Sant’Antonio, l’unico che mantiene il fogliame anche d’inverno; i suoi bulbi, se piantati in un terreno adeguatamente ricco in sostanza organica e ben drenato, regalano su ogni stelo gruppi da 5 fino a 20 fiori di colore bianco puro con stami gialli, dal profumo stordente, talmente tanto che l’antica arte giapponese dell’ikebana, l’arte di disporre i fiori, suggerisce di distribuire in più stanze gli steli di giglio, e mai riempire un vaso con due o più steli, altrimenti si vanificherebbero le proprietà rilassanti del suo dolce profumo.

Tradizionalmente accompagnata alle rose, la Clematis è tra le piante rampicanti più amate dell’intera Europa.

Le sue varietà includono fiori di ogni gradazione di colore, ma quelle coltivate più di frequente nei giardini si vestono di blu intenso, di viola, di bianco, di rosa.

La più romantica è Clematis montana, dai piccoli fiori a 4 tepali, bianchi o appena rosati, dal profumo dolce, vanigliato. Cresce fino a 12 m e può ricoprire interamente un pergolato con la sua nuvola di fiori chiari.

La clematide merita di essere lasciata libera di attorcigliarsi e di arrampicarsi dove vuole, su alberi e siepi, su recinzioni, steccati o anche più prosaici muri in cemento da nascondere. Qualsiasi elemento verticale andrà bene, purché offra dei minimi appigli a cui la clematide possa ancorarsi.

Un altro modo di coltivare la Clematis, da provare, è quello in orizzontale: si dispongono a terra dei rami di potatura, non troppo grossi, in modo da creare una piccola griglia, vicina al terreno ma aerata. Sopra ci si fa adagiare la pianta, che in breve tempo ricoprirà la zona, con un effetto “letto di fiori”.

Quindi è giunto il momento di sedervi e di godere del vostro giardino. Magari con un bel libro.

Ecco allora 5 libri che secondo noi il buon giardiniere deve leggere prima o poi nella vita.

In rigoroso ordine sparso:

1. Il giardino di Elizabeth di Elizabeth Von Arnim

2. L’educazione di un giardiniere di Russell Page

3. Pollice verde di Ippolito Pizzetti

4. Libereso, il giardiniere di Calvino. Da un incontro di Libereso Guglielmi con Ippolito Pizzetti di Libereso Guglielmi

5. L’avventura di un giardiniere di Peter Smithers

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